Il rapporto, redatto in collaborazione con la FAO e altre agenzie dell’ONU, evidenzia che si tratta del quinto anno consecutivo di crescita del numero di persone che affrontano alti livelli di insicurezza alimentare. Questo ci allontana sempre di più dall’obiettivo di fame zero entro il 2030, ponendo una sfida ancora più grande di fronte alla comunità internazionale.
Mentre la Striscia di Gaza e il Sudan emergono come i territori più colpiti da questa catastrofe alimentare, non possiamo ignorare il fatto che altri Paesi, tra cui Afghanistan, Etiopia, Nigeria, Siria, Repubblica Democratica del Congo (RDC) e Yemen, affrontano anch’essi gravi crisi alimentari a causa di conflitti, insicurezza, eventi meteorologici estremi e problemi economici.
È fondamentale agire con urgenza per affrontare questa crisi. Utilizzare i dati contenuti nel rapporto per trasformare i sistemi alimentari e affrontare le cause alla base dell’insicurezza alimentare e della malnutrizione diventa essenziale. Come sottolineato dal segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres, “Questa crisi richiede una risposta urgente”.
Essenziale quindi un impegno concertato da parte della comunità internazionale per garantire l’accesso a cibo e risorse essenziali per le popolazioni colpite. Solo attraverso un coordinamento globale e azioni concrete possiamo sperare di invertire questa tendenza e creare un mondo in cui la fame non abbia più casa. L’umanità può e deve fare meglio. È necessario agire ora, insieme, per porre fine alla crisi alimentare che continua a minacciare la vita di milioni di persone in tutto il mondo.
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