Riportiamo un’interessante articolo del Corriere della sera.
Secondo Save the Children, i bambini e gli adolescenti in povertà assoluta rischiano di diventare un milione in più a causa di questa crisi. Nel 2018 erano già un milione e 262 mila (il 12% dei minori italiani, fonte Istat): una cifra triplicata dal 2008, quando erano 375 mila e iniziò il tracollo globale generato dalla Lehman Brothers. Stavolta, con le scuole chiuse, i più giovani potrebbero pagare un doppio scotto.
Raffaella Milano, direttrice dei programmi Italia-Ue della onlus, sottolinea che «la crisi per i bambini riguarderà sia la povertà economica che quella educativa». A dispetto di una narrazione a lungo concentrata sugli anziani, gli italiani fino ai 17 anni – già i più colpiti dalla carenza di beni e servizi essenziali – ora dovranno affrontare questa forbice che può fare a pezzi il loro futuro: mancanza di mezzi e di istruzione.
Per Ocse una famiglia su quattro cadrà in povertà se per tre mesi resterà senza reddito, per Eurostat il 30% delle famiglie con minori è già a rischio povertà. I minori in povertà relativa (in una famiglia di tre persone con 1.450 euro al mese) erano già 2 milioni e 192 mila nel 2018. Il problema si intreccia con la formazione e la (spesso velleitaria) didattica a distanza in un’ Italia che appare sempre più a due velocità: mentre ci sono docenti che diffidano i genitori dall’ aiutare i figli negli esami online («Non interferite! Non barate!»), ci sono genitori e figli che andrebbero aiutati ad avercelo, un collegamento online. Secondo il report «Non da soli» di Save the Children, delle 61 mila famiglie con figli tra i 14 e i 19 anni, il 27% non ha accesso a Internet perché troppo costoso o per mancanza di strumenti con i quali connettersi.
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